Bomis

In questo articolo ci addentreremo nell'affascinante mondo di Bomis, esplorandone le molteplici sfaccettature, indagandone le origini e analizzandone l'impatto sulla società odierna. Per secoli, Bomis è stato oggetto di ammirazione, studio e dibattito e la sua influenza si estende a campi diversi come la scienza, la cultura, la politica e l'intrattenimento. Attraverso questa analisi completa, sveleremo i miti e le realtà che circondano Bomis e offriremo una nuova prospettiva su un argomento che continua a catturare il nostro interesse e la nostra meraviglia. Preparati per un emozionante viaggio attraverso la storia e il significato di Bomis e scopri perché continua ad essere rilevante nel mondo contemporaneo.
Disambiguazione – Se stai cercando il genere di ragni, vedi Bomis (zoologia).
Bomis
sito web
Logo
Logo
URLbomis.com
Tipo di sitoPortale di ricerca
ProprietarioJimmy Wales
Tim Shell
Michael Davis
Creato daJimmy Wales
Tim Shell
Lancio1996
Stato attualeChiuso, nessun indirizzo IP correlato con il sito.
Chiusura2010
SloganRemember, if you aren't having fun, it isn't Bomis!

Bomis è stato un portale di ricerca per musica pop, creato nella metà degli anni novanta da Jimmy Wales, membro fondatore del progetto Wikipedia, e Tim Shell. Fornì supporto ai progetti di enciclopedia libera Nupedia e Wikipedia, il sito non è più attivo e Wales non ne è più né presidente né amministratore.

Nome

Silvia Saint indossa una T-Shirt Bomis

Il nome è un acronimo di bitter old men in suits ("vecchi e duri uomini d'affari"), anche se questo non è mai stato comunicato ufficialmente.

Contenuti ospitati

Il portale ospitò un sito web chiamato Bomis Premium, offrendo a pagamento agli utenti di Premium contenuti pornografici.

Ruolo nella creazione di Nupedia e Wikipedia

Bomis è meglio conosciuto per aver supportato lo sviluppo di Nupedia e Wikipedia. Nupedia venne ospitata sui server di Bomis nel 2000 e Larry Sanger fu ingaggiato per amministrare e dirigere il progetto.

Note

  1. ^ Andrew Lih, La rivoluzione di Wikipedia, Torino, Codice edizioni, 2010, p. 41.

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