Conduttore televisivo

In questo articolo affronteremo il tema Conduttore televisivo, che ha generato grande interesse e dibattito in diversi ambiti. Con l’obiettivo di comprendere a fondo questo argomento, verranno esplorate diverse prospettive e approcci che ne faranno luce l’importanza e l’impatto oggi. Attraverso un'analisi dettagliata ed esaustiva, l'obiettivo è quello di fornire al lettore una visione esaustiva e completa di Conduttore televisivo, fornendo informazioni rilevanti e aggiornate che contribuiscono ad arricchire la conoscenza e la comprensione di questa materia. Dalle sue origini fino al suo impatto sulla società odierna, l'obiettivo è quello di offrire una visione globale che permetta di approfondire gli aspetti più rilevanti di Conduttore televisivo, fornendo una panoramica chiara e dettagliata che serva da punto di partenza per ricerche e riflessioni future.
Quattro conduttori televisivi italiani: Pippo Baudo, Mike Bongiorno, Corrado ed Enzo Tortora nel 1967.

Il conduttore televisivo o presentatore è il protagonista di un programma televisivo.

Evoluzione del ruolo

Nella sua forma originaria il linguaggio del conduttore televisivo era essenziale, classico ed estremamente formale, con uno stile facilmente rintracciabile in Italia in personaggi come Corrado, Enzo Tortora, Pippo Baudo o Mike Bongiorno e in trasmissioni come i classici varietà degli anni sessanta e settanta o in manifestazioni come il Festival di Sanremo. Il conduttore televisivo, tuttavia, non è necessariamente un personaggio di spicco prettamente televisivo, ma è un ruolo che anche un giornalista, un attore o un divulgatore possono interpretare, come accade in Italia con Michele Santoro e Giovanni Minoli o, negli Stati Uniti, con Ellen DeGeneres.

Il ruolo del conduttore televisivo ha acquisito nel tempo sempre più prestigio e importanza, e con l'avvento della neotelevisione e delle televisioni private si è evoluto mettendo maggiormente in comunicazione il prodotto televisivo con il pubblico da casa; il ruolo richiese così una maggiore empatia da parte del presentatore, che da allora in poi ha avuto il compito di rappresentare allo stesso modo sia il pubblico dello spettacolo che la stessa emittente televisiva sulla quale è in onda. Mutò quindi anche lo stile di conduzione, decisamente più colloquiale e confidenziale rispetto al passato, con l'utilizzo di dialetti o slang linguistici vicini all'utilizzo popolare e con l'esposizione in video dei propri sentimenti, rendendosi così più "umani" e simili ai propri interlocutori.

A tale proposito furono emblematici due casi avvenuti nel 1986 nella televisione italiana: Raffaella Carrà, conduttrice di Domenica in, si difese in diretta televisiva dalle accuse della stampa d'aver abbandonato la madre sofferente in ospedale, mentre Enrica Bonaccorti, durante la sua trasmissione Pronto, chi gioca?, annunciò al pubblico la sua gravidanza; si trattarono d'eventi di rottura per la televisione pubblica italiana, che causarono diverse polemiche alle due presentatrici le quali seguivano un modello di conduzione televisiva e di rapporto con il pubblico che stava cambiando. Il nuovo modello di presentatore televisivo, con il moltiplicarsi delle emittenti, acquisì quindi anche un importante valore economico, che porta i personaggi maggiormente in grado d'entrare in empatia con il pubblico o di far identificare con se stessi il programma che presentano, a essere maggiormente ambiti dagli editori televisivi.

Note

  1. ^ a b c d e Grasso, p. 173.
  2. ^ Martini.

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti